LA STORIA DELL’IDROTERAPIA

E della cura con l’acqua

Senza l’acqua non c’è vita

La vita nacque negli oceani; il nascituro vive per nove mesi immerso nel liquido amniotico ; il 70% circa del peso corporeo è costituito da acqua. Senza l’acqua ogni forma di vita è destinata a perire entro breve tempo

L’acqua nella vita dei popoli antichi

Disegni rupestri e graffiti ci mostrano l’intima confidenza dell’uomo preistorico con l’acqua, ferite, dolori causati da abitazioni umide lo spingevano a curarsi con il rimedio che la natura gli offriva : l’acqua. Di quasi tutte le grandi culture antiche sappiamo che conoscevano e praticavano l’idroterapia.

L’India sostiene che la sua popolazione non è perita o degenerata nei millenni della sua storia perché essa ha saputo conservare e tramandare l’antica saggezza vedica e le pratiche yoga, a stretto contatto con la natura, e idroterapie assai simili a quelle moderne praticate oggi in occidente. La filosofia indiana riconduce la vita e la vitalità all’energia vitale chiamata prana, presente in abbondanza nell’acqua e nell’aria e soprattutto in un connubio di questi due elementi, cioè l’acqua in movimento che contiene pertanto maggiori quantità di aria disciolta. Nell’Antico Egitto i sacerdoti-medici tenevano le terapie con l’acqua nella massima considerazione; i Persiani consideravano il bagno un’azione sacra oltre che igienica e terapeutica, i Greci si purificavano con l’acqua prima delle offerte religiose e curavano molte malattie con l’acqua come dimostrano gli scavi a Corinto, Epidauro e Delfi.

Venticinque secoli fa Ippocrate (460-377 a.C.) enunciò la sua teoria sugli umori e prescrisse le più svariate cure con bagni freddi seguiti da movimento, vapori, compresse calde umide, cataplasmi di fango, docce, impacchi, eccetera. Pare che il suo sapere risultasse, almeno in parte, da contatti avuti con la cultura indiana. L’Antico Testamento parla della grande importanza dell’acqua per il popolo ebraico, e il Vangelo cita guarigioni di malattie giudicate inguaribili con fango e acqua. La Bibbia e altri testi sacri parlano del battesimo per immersione totale nell’acqua di un fiume (acqua corrente, in movimento) inteso come atto di purificazione del corpo e liberazione della mente e dello spirito o inizio di una nuova vita.

Ovunque si insediassero gli antichi romani cercavano acque termali e costruivano piscine; la loro vita culturale infatti si svolgeva in gran parte in questi luoghi piacevoli! Da non dimenticare inoltre che il rapporto degli antichi con l’acqua era inevitabilmente connesso con il sacro e il divino.

E venne il Medioevo

Nel Medioevo purtroppo molte cognizioni di idroterapia e di igiene si persero a causa del concetto del corpo uguale a peccato. In certi ambienti sociali era persino considerato poco fine lavarsi con acqua o usare l’acqua come bevanda.

La riscoperta degli ultimi secoli

È nel diciassettesimo secolo che nell’Europa centrale risorge l’idroterapia con alcuni pioneri, medici e non medici. I primi furono probabilmente il medico Johann Siegmund Hahn (1664-1742) e i suoi figli, poi un altro medico C.H: Hunfeland (1762-1832); essi riprendono la teoria degli umori di Ippocrate e mettono di nuovo in pratica i suoi insegnamenti sull’idroterapia, scontrandosi naturalmente con la mentalità avversa dell’epoca.

Il contadino Priessnitz

Un grande dell’idroterapia fu Vincenz Priessnitz (1799-1851) , figlio di contadini e contadino lui stesso. Copiando dal comportamento animale con intuito e spirito d’osservazione, e dopo la probabile lettura del libro di Han, curò se stesso dai postumi di un gravissimo infortunio che minacciava di renderlo infermo per tutta la vita. In seguito curò gratuitamente migliaia di malati che si recarono da lui provenienti da tutta Europa. Fu combattuto e contestato aspramente dall’ambiente medico ma il successo gli diede ragione. Quando gli stessi membri della corte imperiale di Vienna trovarono giovamento nelle sue sale da bagno ancora assai rudimentali, Priessnitz ebbe da loro un aiuto per costruire stabilimenti più capienti e moderni.

Il naturopata Johanness Schroth

Un altro pioniere, Jahannes Schroth (1798-1856), introduce insieme all’idroterapia i concetti di alimentazione terapeutica naturale: l’uso di cereali macinati freschi, pappine di cereali o musli.

L’abate Kneipp

Sarà l’abate Kneipp (1826-1897), riallacciandosi alle esperienze di Priessnitz e alla sua stessa esperienza a sviluppare e ampliare sempre più tecniche delle applicazioni. Con lui esse diventano più miti (non solo fredde e complete ma anche tiepide e calde, nonché parziali) e svariate. Con una pazienza infinita indirizza vasti strati di popolazione a un tipo di vita più vicino alla natura e quindi più salubre; spiega gli effetti benefici di azione dell’acqua sul corpo e di reazione di quest’ultimo; sviluppa nuove tecniche che prova prima su se stesso e poi consiglia a chi gli chiede aiuto. Propone la idrodeambulazione, che consiste nel camminare sul prato bagnato di pioggia o rugiada o nei ruscelli o semplicemente nella vasca da bagno riempita d’acqua fresca fino alle caviglie o ai polpacci (nelle case di cura idroterapiche il sistema è più sofisticato: si cammina alternando vasche diverse con fondo vario: sabbioso, ghiaioso, eccetera, con effetto benefico sulle zone di riflesso); suggerisce di non asciugarsi dopo certe spugnature e abluzioni, ma di tornare a letto avvolti in un accappatoio e di vestirsi rapidamente e muoversi per provocare un’intensa reazione di calore.

La sua comunità parrocchiale, Bad Worishofen in Baviera, nel sud della Germania Occidentale, divenne ben presto un luogo di cura ricercato e rinomato e lo è tuttora, grazie anche al paesaggio incantevole, al clima favorevole e alla popolazione ospitale. Nella cittadina e nei dintorni, alberghi, pensioni e cliniche con attrezzature idroterapiche si contano a centinaia, se non a migliaia. Quasi tutti i paesi occidentali ebbero i loro idroterapeuti: in Francia fu pubblicato nel 1971 il primo libro del ricercatore Curier. In Russia e in seguito in Francia, da esule, visse fino alla metà del nostro secolo il grande Alexandre Salmanoff, anche lui studioso della fisiologia cellulare e patologia tumorale. Egli sviluppò aggiunte particolari per i bagni caldi e particolari congegni meccanici per l’immersione degli infermi gravi nei medesimi. Ma è doveroso nominare anche il medico austriaco Wilhelm Winternitz e gli inglesi e americani come Simon Baruch, Sir William Osler, William Dieffenbach, J.H. Kellog, George Knapp Abbott, R. Lincoln Graham, che contribuirono a divulgare e promuovere l’idroterapia fra medici e pazienti.

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